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La sedia disegnata nel 1908 per la sala da pranzo
della ROBIE HOUSE aveva diversi
precedenti nella produzione dello stesso Wright: si pensi alle sedie della Dana House,
realizzata anche in una versione con lo schienale più basso. Inoltre, accanto
all'immancabile riferimento ai giochi froebeliani dell'infanzia dell'architetto,
o ai telai strutturali della tradizione giapponese, nota a Wright fin dall'Esposizione
di Chicago del '93, spuntano evidenti le analogie con esperienze europee: la famosa
Argyle Chair di Mackintosh, ma anche il mondo della Secessione Viennese, un movimento
a cui Wright guardava con grande interesse per i principi vitali che era in grado
di esprimere. Ma è nel contesto della ROBIE HOUSE, di questa che appare una
delle più felici ed intense esperienze del periodo delle Prairie Houses, che
si rivela al meglio il significato di questa sedia. |
Essa è come un paravento appoggiato
ad un sedile, pensato per riparare e raccogliere il luogo destinato al pranzo: una
dining room solo impropriamente, poiché lo spazio interno della Robie House
è in realtà una sorta di galleria ove si si susseguono il soggiorno,
la scala e il pranzo, senza suddivisioni o elementi verticali, eccettuati il camino
e, appunto, gli schienali-paravento delle sedie. Esse partecipano, quindi, di uno
spazio ricco di innovazioni, di riferimenti ancestrali, e di vere e proprie soluzioni
sperimentali, come la luce indiretta attorno ai muri perimetrali. |
Struttura in legno di ciliegio naturale.
Sedile in tela o in pelle, con imbottitura in poliuretano espanso.
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La linearità dei componenti, semplici listelli a sezione costante, a differenza
dei modelli europei a cui si ispira,dove gli elementi strutturali esprimono l'intenzione
modellatrice attraverso la manualità, vuole affermare il ruolo del mezzo meccanico
nella formazione dell'estetica moderna. (Farina) |
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